Un entusiasmo infinito
Al quinto tentativo, fummo finalmente accettati. Era la Mille Miglia del settantenario, si arrivava dentro piazza San Pietro (vicino casa), imperativo categorico fare bella figura. Entusiasmante la partenza, folla di gente che non finisce mai, almeno per i primi trenta chilometri. A Ferrara si arriva proprio tardi e si riparte prestissimo, ma l’entusiasmo è davvero indescrivibile. San Marino, Assisi e scalata verso il convento e oltre. Il primo tratto è in ripida salita, pellegrini curiosi e pullman. L’Aurelia B22 si surriscalda e, a un certo punto, proprio non va più. Ho l’impressione che abbia ceduto la frizione. Mi metto d’un lato, scorrono tutti gli altri, rabbiosi perché in ritardo. Apro il cofano per darmi un contegno, la nostra Mille Miglia sembra proprio finita. Telefoniamo al carro attrezzi. Sto per staccare i numeri di gara, Rita mi impedisce di farlo. Dopo oltre un’ora uno che stava lì vicino a noi, un bergamasco, dice: “Che vi è successo, avete problemi? Sa, io sono meccanico…” L’avremmo strozzato! Gli spiego comunque la situazione, giro la chiavetta perchè capisca meglio e metto in moto: fantastico, l’Aurelia ronfa che è un piacere! Si era semplicemente scaldata la pompa. Ripartiamo (quella prova verrà annullata, le altre siamo in tempo per farle). A Roma amici e parenti, Gianni Sciullo si piglia l’auto per sistemare il Retrotrip. All’alba è sotto casa, pronta per l’ultima tappa. Una cavalcata da sogno, gli amici a Viterbo e a Siena, piazza della Signoria a Firenze, duemila spettatori dietro una curva sulla Futa che ti battono le mani, la prova in notturna all’aeroporto di Ghedi dove non si vede assolutamente nulla e dove spicchiamo il miglior tempo assoluto. Ventiduesimi, con 1,05 di coefficiente. Premiano i primi quaranta. Un trionfo. E in futuro la rabbia sconsolata di non riuscire più a farci accettare.