Viaggiare ti lascia senza parole,
poi ti trasforma in un narratore.
(Ibn Battuta)
Dice un proverbio polinesiano: "C'é un tempo per essere albero, c'é un tempo per essere piroga". L'albero, sinonimo di radici e sedentarietà, può trasformarsi nell'emblema del movimento. Di sicuro, non può avvenire il contrario. Ma allora, visto che siamo diventati piroghe, che ne sarà di noi? Eternità di movimento?
Ecco: eternità sicuramente no, ma il 12 giugno del 2016 saremo un'altra volta in Cina, davanti alla Grande Muraglia, per la partenza della quinta riedizione della Pechino-Parigi. Saremo 113 equipaggi, provenienti da 26 paesi diversi. Con noi ci saranno altri sei equipaggi italiani, cinque dei quali con lo stesso tipo di auto storica: la mitica Giulia Alfa Romeo. Insomma tante premesse per un evento storico che racconteremo - come sempre - giorno dopo giorno. Tra l’altro, questa volta abbiamo pensato di inserire nelle pagine del diario un breve video quotidiano. L'immagine iniziale (un collage con i disegni di Altan) dovrebbe avere come titolo "Chat stop". Certo, servirà un modem da collegare al telefono satellitare, poi Rita dovrà filmare, montare tutti i giorni il servizio, collegarsi e inserirlo. Un lavoro gravoso che andrà ad aggiungersi alla fatica giornaliera della gara che, soprattutto negli otto giorni in Mongolia, metterà tutti a dura prova. Perché si dovrà dormire nelle nostre tende, perché per 10-12 ore al giorno non si dovrà mai allentare la tensione per tracciare una strada che - ricordiamocelo sempre - per lo più non c'é. Noi avremo il vantaggio dell'esperienza, sapremo a cosa si va incontro e come superare le tante difficoltà. Dopo il nulla della Mongolia ci sarà tanta Siberia, poi gli Urali, il Volga, Mosca. Undici giorni di Confederazione sovietica prima di attraversare la Bielorussia, la Polonia, la Slovacchia. Un giorno di sosta a Budapest, poi la Slovenia e finalmente l'ingresso in Italia. Base San Martino di Castrozza, dovremo affrontare una decina di prove speciali nelle montagne delle Dolomiti prima di giungere a Saint Moritz. Penultima tappa a Reims e arrivo trionfale, il 17 luglio, in una place Vendôme chiusa al traffico e riservata a quei pazzi partiti dall'Estremo Oriente cinque settimane prima.
Non abbiamo ambizioni di piazzamento, l'unico traguardo sarà quello di arrivare a Parigi felici e contenti per avere accumulato quest'altra "vita supplementare". Come sostiene Gesualdo Bufalino, "viaggiare significa aggiungere vita alla vita". E, con questo criterio, la Pe-Pa 2016 sarà una ulteriore esistenza che noi due, "rallisti per caso", avremo vissuto insieme. Provando a condividere anche quest'altra avventura con gli amici che avranno la benevolenza e la costanza di seguirci.