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14/01/2018

“Due rallisti per caso alla Pechino-Parigi”, il nostro libro, è pronto: 160 pagine patinate, grande formato, 300 fotocolor, poche copie numerate e riservate ai nostri amici più appassionati.

 Immagini da tuffo al cuore, soprattutto quelle a doppia pagina, mezzo metro di fotocolor che danno davvero al lettore la sensazione di essere sul posto. E poi - modestamente - i testi non fanno rimpiangere Barzini…

A parte gli scherzi, é un gran bel libro. Tiratura limitata, al punto da poter numerare le copie a una a una. Abbiamo evitato nel racconto ogni suggestione tesa a gratificare un pochino gli sponsor. Ne ha guadagnato la precisione della cronistoria che riguarda due anziani scellerati (rallisti di serie C, ma fino a un certo punto “per caso”) che comunque un risultato sono riusciti a raggiungerlo, pur nella loro conclamata pochezza: medaglia d’oro, tredicesimi assoluti su 109 concorrenti, secondi di classe. E primi della agguerritissima pattuglia dei sette equipaggi italiani.

Unici, infine, ad avere avuto il tempo, la costanza, la capacità e la voglia di assumerci l’impegno di autori ed editori. Il volume é fuori commercio. A chi vuole a tutti i costi mettersi in libreria questa assoluta rarità (ma deve dimostrarci buona intenzione e competenza) chiederemo un contributo alle spese vive sostenute. 

 
22/05/2017

 

Ho letto in un baleno il libro di Carlo Dolcini, riservandomi il piacere di scrutare a una a una le schede di iscrizione, ripercorrere il tracciato originale attraverso il dettagliatissimo road book d'epoca, studiare e confrontare le tabelle dei tempi. Fa subito impressione il lavoro da entomologo appassionato, ce lo vedo Carlo rigirarsi i preziosi documenti tra le mani, pregustando il gusto dell'analisi. Solo lui poteva accorgersi che la prima Mille Miglia era dieci chilometri più corta della distanza ufficiale. E solo un appassionato di storia poteva collegare l'Alfa di Leandro Arpinati alla medesima vettura che lo stesso gerarca si trovò a guidare avendo a bordo Mussolini quando il quindicenne Anteo Zamboni attentò a Bologna alla vita del duce. C'è da dire - in tema di coincidenze - che il primo a bloccare l'attentatore fu un giovane tenente del 56mo reggimento di fanteria, tale Carlo Alberto Pasolini, genitore di Pier Paolo...

Ecco quanto è facile - seguendo il "metodo Dolcini" (fatto di cultura sterminata, reminiscenze storiche, spunti generati dalla passione per le gare e i motori) - ritrovarsi a parlare d'altro. Spuntano così i libri di don Ferrante, la baronessa D'Avanzo zia di Rossellini, l'ossimoro delle vetture "furibonde e sagge", Dante e il picco di Radicofani dove per salirvi e scendere "convien ch'om voli", la carrozza del Gattopardo, il fatalismo dell'Ecclesiaste 9:11 ("le cose avvengono secondo il tempo e il caso") citato a proposito delle sei gomme bucate di notte da Gildo Strazza, quarto assoluto su Lancia Lambda a soli 38 minuti dai vincitori. L'accuratezza maniacale di Dolcini porta come sempre a piccole smentite frutto delle sue scoperte: uno dei quattro "fondatori" della Mille Miglia, Giovanni Canestrini, fissò al 24 dicembre del 1926 la riunione in cui nacque l'idea della corsa. Dolcini ha scoperto che venti giorni prima sulla Gazzetta dello Sport era già apparso l'annuncio della manifestazione. E Fellini? Nella sua rievocazione le vetture sfrecciano di notte e il pubblico grida al vento i nomi dei campioni. Da una inquadratura del film (c'è su un telone un numero romano che identifica la VII edizione) si deduce che siamo nel 1933. La gente grida i nomi dei grandi piloti che schizzano via: Brilli Peri (ma è morto da tre anni), Campari (vinse del 1928 e nel 1929, ma all'edizione del '33 non partecipò), von Stuck (anch'egli assente). E nessuno che inneggi a Tazio Nuvolari, che di quella edizione fu l'assoluto trionfatore. Fellini e lo sceneggiatore Tonino Guerra presi in castagna? Ma no, commenta benevolo il nostro professore; hanno solo mescolato la fantasia con la realtà, collocando la Mille Miglia "in un eterno presente".

Non potete perderla questa ennesima fatica, perla appassionata di Carlo Dolcini: "La prima Mille Miglia", Nada editore.

09/04/2017

Anche se scendi sotto una media di errore di tre centesimi a passaggio, rischi di essere fuori dal podio in una gara di regolarità. Alla Coppa degli Etruschi, edizione numero 22, i primi quattro della classifica generale sono finiti racchiusi in sei centesimi di differenza. Ha vinto Di Pietra, superando Zanasi proprio all'ultimo pressostato in notturna. Bella manifestazione, curata come sempre da Mimmone Patara che deve fare i salti mortali per far rientrare in un badget striminzito un week end che i migliori regolaristi d'Italia segnano ormai come impegno fisso nel loro calendario. La parallela manifestazione turistica é stata appannaggio di Alessio Natali, che ha sbagliato meno degli altri. Noi? Nei primi dieci (eravamo in nove...) e primi di raggruppamento (eravamo soli, con la Fiat 1.100-103 del '53). Però, finché lo co-driver e gli strumenti non si sono spenti, abbiamo viaggiato alla media per noi stratosferica di sei centesimi di errore. Rivisti tanti amici, un tuffo al cuore riabbracciando Magda. Mimmo ha ridetto (per la quarta volta in quattro anni) che questa rischia di essere l'ultima edizione. Sarebbe un peccato, perché la manifestazione é messa a punto davvero bene: bel ritmo, full immersion anche di notte nelle stradine di campagna e nei borghi della Tuscia, cena senza fronzoli, ricco brunch e cotillon.

 
25/02/2017

Tutti a bocca aperta. Le 500 persone che hanno riempito la grande sala congressi del rinnovato Museo dell'Alfa Romeo di Arese, sono rimaste sbalordite dalla impressionante sequenza di immagini che illustrava l'impresa compiuta dalla Scuderia del Portello all'ultima edizione del rally Pechino-Parigi. La proiezione ha aperto la festa per l'annuale premiazione dei Campioni Alfa Romeo. Il presidente della Scuderia Marco Cajani ha riassunto tutti i successi del sodalizio. Roberto Maroni, governatore della Lombardia, si é complimentato per i 35 anni di attività su tutte le piste e gli sterrati del mondo. Arturo Merzario e Ivan Capelli non hanno nascosto le voglia - vedendo i filmati - di ritornare al volante di queste macchine che hanno fatto la storia. I rappresentanti del Coni e della FCA hanno confermato il loro appoggio alle attività del Portello. Noi abbiamo illustrato il rapporto tra vissuto agonistico, ricordo e racconto: "Eternamente Giulia" sarà il titolo del grande libro che verrà a breve dato alle stampe per far rivivere a tutti gli appassionati l'esaltazione della Pechino-Parigi che ha visto la nostra Giulia (come ha ricordato Savina Confaloni nel presentare gioiosamente questa manifestazione) conquistare la medaglia d'oro, il tredicesimo posto assoluto tra 109 partecipanti e il secondo di categoria e, infine, classificarsi prima fra i sette equipaggi italiani partecipanti. Applausi, trofei per tutti, pranzo raffinato e visita a un museo davvero unico al mondo.

02/12/2016

E stato il campione del mondo Guido Guerrini (Fia, Energie alternative) il primo a mandarci dal Motor show una foto della Giulia con cui abbiamo portato a termine l'ultima Pechino-Parigi. Sapevamo già dalla Scuderia del Portello che l'avrebbero esposta all'ammirazione del milione di visitatori. Ma vederla tutta luccicante farci l'occhietto e sentirla sussurrare "Beh, non venite a trovarmi?", é stato un tutt'uno. Faremo un pensierino per un blitz a Bologna; ma sappiamo già che poi ci verrebbe voglia di salirci, metterla in moto, sentire il rombo Alfa e portarcela via a fare un bel giro...Abbiamo sempre dato alle nostre automobili un soprannome. Per questa vettura non riuscivamo a trovare l'ispirazione giusta, il nick name é qualcosa che un giorno ti colpisce, capisci subito che era il suo da sempre: non l'hai inventato tu, ma solamente ti accorgi di averlo ritrovato. Verso la fine del rally, improvvisamente e per vie traverse, abbiamo avuto l'ispirazione o, meglio, fatto la scoperta: la nostra Giulia, proprio questa che vedete nella foto e che ci aveva portato da Pechino a Parigi in 36 giorni di gara estrema e massacrante, che era stata capace di farci arrivare tredicesimi assoluti su 109 equipaggi, secondi di classe, medaglia d'oro per non aver mai sgarrato controlli orari e prove speciali lungo i 14.000 chilometri del rally, questa amatissima Giulia un nome ce l'aveva già e circolava - con un misto di ingiustificata superiorità e un pizzico di invidia - fra alcuni dei sei equipaggi italiani finiti in classifica alle sue spalle: la Fracicona!

18/11/2016

Ormai col giornalaio ci capivamo a gesti, io alzavo il mento, lui scuoteva appena la testa: Elaborare Classic non era arrivato. Sapevo che Alberto Bergamaschi (comunicazione Continental, grande appassionato, pilota vero con il Maggiolone) aveva confezionato un bel raffronto tra due Giulia reduci dall'ultima Pechino-Parigi, la nostra quasi di serie e quella ultrapreparata di Schön. Ma quando finalmente ho avuto in mano il bimestrale ("Dottò, é arivato!" gridava l'uomo dell'edicola) mi sono reso conto che Alberto ha fatto davvero un lavoro fuori dall'ordinario. Schede, dettagli minuziosi delle elaborazioni e dei costi, prove dal vivo con entrambe le Giulia in pista e sullo sterrato. Proprio con le due vetture appena rientrate da Parigi, con le loro gomme usurate, la polvere della Mongolia, le cassette piene di ricambi. I risultati sono sorprendenti, di sicuro le due Giulia ne escono - indipendentemente dalla classifica finale che ha visto primeggiare quella preparata dalla Scuderia del Portello - col massimo dei voti. Poi, ci sono pure stralci dei nostri rispettivi diari bordo (noi abbiamo scritto tutti i giorni sulla Gazzetta dello sport, Schön sul Corriere Motori), con tutte le sofferenze, le esaltazioni, le delusioni e le soddisfazioni. Insomma, dodici pagine di goduria motoristica, foto strepitose, la personale sensazione che sarà difficile per noi "rallisti per caso" dimenticarci di quest'altra, ultima avventura.

17/09/2016

Vito e Dina é la trattoria sotto casa, praticamente una dépendence familiare. Nel pomeriggio Vito ha suonato al campanello, "Scendi, ti faccio vedere una macchina che ti piace...". Davanti all'osteria, parcheggiata nelle strisce blu, via degli Scipioni 50, ho rivisto una Alfa Giulia Quadrifoglio verde, livrea rosso fiammeggiante, targa provvisoria. Molta curiosità, il vecchio meccanico che a poca distanza ripara i motorini ha voluto vedere il motore. Io mi sono portato l'I-Pad e ho scattato qualche immagine. Poi, con fierezza, ho fatto vedere le foto delle nostre Giulia, quelle che hanno partecipato alla Pechino-Parigi e che mesi fa hanno avuto il privilegio di essere scortate da queste nipotine maggiori al museo Alfa di Arese e alla Regione Lombardia. La gente diceva "finalmente!", tutti coloro che si fermavano a rimirarla avevano parole di entusiasmo e di speranza. "L'Alfa dovrebbe davvero tornare alle corse" era la speranza espressa dai passanti più giovani. Saranno mai esauditi?

15/09/2016

Eccola, quota 1.500.000. Non avremmo mai creduto di raggiungere un simile numero di visite, ma evidentemente questo sito riesce a calamitare molta più gente di quanta potessimo immaginare o augurarci. Gente per lo più sconosciuta, attratta probabilmente - più che dall'attualità - dalla continuità di certi racconti relativi ai grandi raid. E se qualcuno finisce per caso dentro questo www.girodelmondo, poi ci torna per leggersi com'é andata a finire quella volta nel deserto del Gobi, a Ushuaya come ad Hanoi o ad Anchorage. Abbiamo gareggiato con le auto storiche in quattro continenti, ci manca l'Oceania, é vero: chissà se prima o dopo... Intanto, dobbiamo ringraziare i nostri fedeli lettori e scusarci con loro se, dopo la Pechino-Parigi, ci siamo presi due mesi di "sabbatico" estivo dal sito. Ma averlo dovuto confezionare tutte le sere, per 40 giorni, al termine di giornate di gare particolarmente faticose (é stato senza alcun dubbio il rally più massacrante che abbiamo mai disputato), ci ha indotto a staccare la spina per un po'. Adesso però un milione e mezzo di click ci stanno richiamando al dovere…

26/07/2016

 

Un bel servizio di Rai News sulla Pechino-Parigi, a cura di Annalisa Fantilli. La troupe ci ha seguito nella tappa italiana, belle immagini, interviste, spezzoni storici con le foto scattate nel 1907 da Luigi Barzini e con i filmati del nipote Andrea durante la rievocazione del 1989. Sei minuti e passa di goduria per noi che a San Martino di Castrozza eravamo già convinti che ce l'avremmo fatta. E una scoperta: uno degli intervistati, Arno Schenck, che credevamo svizzero, dice invece di essere italiano. Quindi la nostra classifica "nazionale" va corretta: siamo arrivati primi su otto equipaggi italiani (e non sette, come credevamo). Cliccare qui per vedere tutto il servizio.

06/06/2016

Scrive Milan Kundera: "E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse". Belle parole, vero? Ma se dobbiamo essere sinceri questo "orizzonte del domani" finora ci ha solo raccontato una montagna di scocciature. L'ottenimento dei visti é una processione commerciale: l'ambasciata cinese pretende un biglietto aereo con il ritorno già pagato; i russi non accettano altre fotografie se non quelle fatte a pagamento alla loro macchinetta; i bielorussi vogliono che sia stipulata una assicurazione che rilasciano solo loro; i mongoli, come tutti, chiedono che il visitatore esibisca un invito dell'organizzazione turistica che lo prenderà in carico. Se l'auto con cui si parte non é vostra, serve una dichiarazione del proprietario che autorizza alla guida, con attestazione notarile e traduzione di tutto, compreso il libretto di circolazione.
In questo labirinto, abbiamo avuto la fortuna di trovare il filo di Arianna nella persona della signora Mita della sede romana di Air China, compagnia di bandiera della Repubblica Popolare, primo vettore a collegare con voli diretti il nostro Stivale al paese del Celeste Impero. Per festeggiare il trentennale, ci farà viaggiare in business. E allora: Auguri Air China!

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