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Su pechinoparigi.gazzetta.it c'é il nostro primo articolo sulla sesta riedizione del rally che partirà il 12 giugno dalla Grande Muraglia. É una pagina che la direzione del più importante e venduto quotidiano sportivo d'Europa ci ha affidato e che gestiremo in totale autonomia, inserendo noi stessi testi, foto e brevi filmati. Un grazie, quindi, sia al direttore Andrea Monti, per la fiducia che ci ha voluto accordare; e sia al suo vice Umberto Zapelloni, un collega che di sport e motori sa davvero tutto e che ha scommesso sul successo dell'iniziativa. Cercheremo di raccontare tappa dopo tappa questa ennesima avventura e farlo quotidianamente, al termine di giornate che spesso saranno molto toste, é un compito impegnativo. Lo stimolo ce lo darete voi - amici, parenti, appassionati - dimostrando l'attaccamento a questo sito e a "Tutto il rosa della vita" che la Gazzetta da sempre irradia a profusione.
Conrad Birch organizza rally internazionali. Con lui abbiamo partecipato al Tiger Rally e al Classic India. Il prossimo evento sarà l’Alpaca Rally in Sudamerica. Poi a ottobre porterà una ventina di piloti da Istanbul a Dubai. Ma a novembre ha deciso di appendere al chiodo le chiavi della macchina: per cinque mesi andrà a piedi, 2.500 chilometri dall'estremo sud dell'India fino a Calcutta. Ma l'aspetto straordinario di questo viaggio lungo tutta la costa orientale non sarà tanto camminare ogni giorno per una ventina di chilometri; quanto farlo in compagnia di tre asinelli, Zappa, Ziggy e Nina. Conrad terrà il suo bravo diario on line e pare che ci siano migliaia di animalisti pronti a condividere - in realtà virtuale - questa avventura dal sapore antico. Per un personaggio che in automobile ha attraversato tutto il mondo, questo ritorno alle quattro zampe é davvero suggestivo. Per millenni l'asino é stato uno dei mezzi di trasporto più diffusi, ma é stato soppiantato dal motore a scoppio. Quella del somaro non é una razza in via di estinzione, ma il numero si va riducendo, ne sono rimasti appena 60 milioni. Su conradbirch.me é possibile già da adesso seguire tutta la storia.
Abbiamo provato le nostre Alfa Giulia e il terreno per l'esperimento é stato l'accidentato percorso della pista "segreta" di Balocco dove vengono torturati i futuri Suv e le auto con la trazione integrale. Anche scegliendo di saltare tutti i tratti "hard", la prova é risultata impegnativa assai: fango e sterrato di tutti i livelli, massicciate e pietraie, pendenze fino al 36 per cento, dossi micidiali e buche profonde. Certo, ce la siamo presa comoda, ma la cosa importante era tarare gli ammortizzatori e vedere le reazioni della vettura col pieno di benzina e 75 chili di sacchi di cemento. Foto-ricordo fuori dall'impianto (all'ingresso "accecano" qualsiasi strumento in grado di fotografare: peccato non aver potuto fare qualche ripresa nel guado) e poi lunga lotta in autostrada per sincronizzare il Terratrip. Ci siamo riusciti? Non siamo ancora alla perfezione, ma ci siamo abbastanza avvantaggiati. Avessimo avuto un manuale in italiano, sarebbe stato più facile...
É davvero entusiasmante l'immagine che la Scuderia del Portello riesce a dare dell'Alfa Romeo. C'erano da premiare i piloti che l'anno scorso si erano distinti e presentare la stagione agonistica 2016. Prima di tutto sono state proiettate le immagini della Pechino-Parigi, poi un filmato sulle gare e i protagonisti della Scuderia in tutte le piste del mondo. Il presidente Marco Cajani ha illustrato partecipazioni e palmares conseguiti dai soci nei cinque continenti. Il Governatore della Lombardia Roberto Maroni e il vice presidente della Regione Fabrizio Sala hanno consegnato i trofei che riproducevano in bronzo la targa della prossima edizione della Pechino-Parigi, rally per auto storiche al quale la Scuderia del Portello parteciperà ufficialmente con due Alfa Giulia. Proprio quelle schierate sul piazzale del Museo di Arese, accanto alla nuovissima Giulia Quadrifoglio. Arturo Merzario, presidente onorario della Scuderia, ha sottolineato questo forte bisogno di rivedere le Alfa sulle piste di tutto il mondo. Fabrizio Curdi, responsabile per l'Asia dell'azienda, ha confermato l'impegno a promuovere l'aspetto sportivo perché "non può esserci un futuro se non si ha un glorioso passato”.
Philip Young é morto un anno fa e il 9 marzo la cerimonia per ricordarlo si svolgerà a Brooklands, il tempio inglese dei motori. La pista - la prima al mondo nata per essere un circuito permanente destinato alle corse - fu costruita nel 1907, lo stesso anno in cui si svolse l'epica Pechino-Parigi. E il nome di Young resterà per sempre legato a questo evento che lui riuscì a riproporre per la prima volta nel 1997, convincendo le autorità cinesi a far attraversare il territorio a cento vecchie automobili occidentali. A queste vetture fu aperto per la prima volta il confine col Tibet e con l'occasione fu ripristinato, attraverso la Porta della Libertà, l'accesso verso il Nepal, sbarrato da vent'anni. Successi che riflettevano una capacità diplomatica assolutamente straordinaria, che si univa a quella di organizzatore formidabile (burbero, autoritario, anche cinico; ma bravo davvero e stanno a testimoniarlo almeno 70 rally in tutti i continenti). É morto cadendo banalmente da una motocicletta al confine birmano: stava facendo la spola, tra le varie palazzine del confine con la Thailandia, per agevolare le procedure doganali del primo rally nella storia che sarebbe entrato in Myanmar. Era fatto così, Philip: gli piacevano le sfide ardite. Come quella di lanciare l'edizione del Centenario della Pechino-Parigi, che avrebbe attraversato per una settimana il nulla della Mongolia, con un sottotitolo illuminante: “Driving the impossible". Partimmo in 130 e noi fummo molto apprezzati da Young per avere scelto una Giulietta Alfa Romeo prima serie, la cilindrata più piccola al via. Lui, del resto, aveva partecipato alla prima Londra-Sydney con una Morris Minor...E fu capace di abbattere di 24 ore un record tutto britannico, quello della Città del Capo-Londra: ci impiegò, nell'inverno del 2013, appena dieci giorni e mezzo, alternandosi col co-driver ogni tre ore, una media di mille miglia al giorno. Sapete con che macchina? Una vecchia Fiat Panda Twin air di 875 cc. Una macchina italiana. Come la Lancia Aprilia anteguerra con cui venne a vincere la sua categoria alla Liegi-Roma. "Ehi Philip - gli dicemmo all'arrivo - com'é che quando vuoi fare un'impresa scegli sempre una vettura italiana?". Sorrise: "Perché noi inglesi le sappiamo guidare…".
P.s.: Chi fosse interessato a partecipare può richiedere l'invito comunicando il proprio indirizzo postale a nikki@endurorally.com
Ha vinto l'Alpine A110 di un equipaggio anglo-elvetico, ma lo spettacolo autentico in questa diciannovesima edizione del Montecarlo Historique é stato offerto dalla piccola Fulvia coupé di Gianmaria Aghem e Diego Cumino, terzi assoluti e vincitori di classe: quindicesimi dopo le durissime prove di trasferimento (25 ore di guida con prove impegnative di regolarità), sono riusciti a risalire la classifica e a salire sul podio. Al secondo posto, dietro i vincitori Daniel Perfetti e Ronnie Kassel, si sono classificati i francesi Luc Hasler e Sylvain Blondeau i quali, con la loro Ford Escort RS, erano in testa fino all'ultima prova, la mitica Lantosque-Lucéram di 47 chilometri. La gara si basa su controlli orari molto impegnativi e prove speciali in cui bisogna mantenere una media prefissata. Con le strade innevate, il Montecarlo Historique si trasforma spesso in un rally di velocità pura perché diventa praticamente impossibile rispettare le medie. Ma quest'anno i 304 partecipanti hanno trovato gran parte delle strade asciutte e allora l'equipaggio della piccola Lancia ha potuto mettere a frutto tutta l'esperienza (Aghem ha disputato 15 volte il Montecarlo).
C'é un momento per la passione, ma c'é anche un momento per gli affari. Jerry Seinfeld, attore comico americano, ha una smisurata attrazione verso le Porsche: in 25 anni ne ha collezionate 46 e le custodisce in un vecchio hangar a Santa Monica. Lui le adora, dice che guidare una Porsche é "come avere un ciottolo caldo e rotondo nelle mani". Adesso però ha deciso che qualcuno di questi ciottoli può anche tirarlo via. Soprattutto perché i dirigenti di una casa d'aste di Amelia Island gli hanno detto che potrebbe ricavare anche dieci milioni di dollari cedendo alcuni dei suoi pezzi pregiati. La Porsche 550 Spyder, per esempio, potrebbe fruttare tra i cinque e sei milioni di dollari. Altri 2-2,5 potrebbero venire dalla cessione della 356 A Carrera Speedster del 1958, mentre la 911 Carrera 3.0 RSR potrebbe portare nelle tasche del comico un altro milione e mezzo di dollari. Per dire se queste valutazioni siano state un po' eccessive basterà aspettare l'11 marzo, quando le Porsche di Seinfeld verranno battute all'asta, in Florida.
Tutto il deserto australiano, da ovest fino a Cairns, estremo est. Un'avventura motoristica che molti appassionati hanno sicuramente sognato e che adesso Conrad Birch, l'organizzatore inglese di grandi raid, sta mettendo a punto per proporla a un ristretto numero di riders. Si partirà a giugno del 2017, tutti con lo stesso modello di fuoristrada 4x4. La durata prevista é tre settimane ma poi chi vorrà continuare il viaggio verso sud fino a Sydney sarà padrone di farlo. L'itinerario ricalca una delle tante imprese di Evan Green, giornalista, scrittore e anchorman televisivo, specializzato nei reportages automobilistici. Quel percorso ovest-est nel nulla affascinante dei territori settentrionali é ormai conosciuto come "Savannah way" e questo sarà il nome ufficiale della mitica traversata. Grandi Parchi nazionali, guadi impegnativi, foreste, incantevoli sorgenti e cascate d'acqua termale, accampamenti ma anche resort di lusso quando possibile. Come sempre, Conrad Birch farà parte della carovana e metterà a disposizione una pattuglia di meccanici espertissimi, in grado di risolvere qualsiasi rottura o contrattempo motoristico. Insomma, tanta avventura ma in assoluta sicurezza. I posti - come sempre - sono limitati e ai partecipanti viene richiesta una esperienza-base di guida in fuoristrada. Per chi vuole tenersi al corrente e saperne di più: www.roarr.me/savannah-way
Quando vogliamo che qualcuno “partecipi” ai nostri viaggi, lo invitiamo simbolicamente a salire a bordo. Il nostro prossimo tour sarà la sesta edizione della Pechino Parigi nel 2016.Questa volta a bordo abbiamo invitato anche il Circolo Damistico Ferro di Cavallo. Direte voi: ma che c’entra la dama con la vostra passione? C'entra, c'entra... perché per noi anche la dama sta diventando una passione. Tutto è cominciato al casale Morello, da dove Roberto Degli Esposti (delegato per l’Umbria della Federazione Italiana Dama) ha cominciato ad organizzare tornei e campionati che riscuotono sempre più consensi. Il suo entusiasmo ci è piaciuto e, nei nostri limiti, lo abbiamo sostenuto moralmente e a volte materialmente. Quello che ci ha fatto più piacere è che subito dopo di noi, un’altra persona ha creduto nel rilancio del Circolo Damistico Ferro di Cavallo, si tratta di Antonio Marinelli presidente del Credito Cooperativo Umbro di Mantignana. Il suo contributo darà ancora più vigore alle manifestazioni di questo bellissimo sport della mente, radicandolo nel territorio perugino. Intanto, prendiamo nota: il prossimo torneo “Amoladama” é in programma per il 6 dicembre.
Cominciare a sognare i mitici tornanti del Col de Turini fin dal banco del ginnasio. Infilarsi in un rally ufficiale con una Fiat 600 taroccata (il numero 17 malamente disegnato con due pezzi sghembi di nastro adesivo). Fregiarsi poi di un bel palmares di gare su pista, su ghiaccio, sullo sterrato. E alla fine, realizzare il sogno della vita: partire per il Montecarlo Historic! Ma come nel più perfido degli incubi il motore si rompe alla partenza. Altri due anni di sacrifici, prove su prove, ricognizioni, assistenze organizzate; e finalmente si riparte. Alberto Bergamaschi nel volume "Dai banchi scuola al Turini" racconta queste storie. Compreso il tamponamento a Torino, appena partito per il suo secondo Montecarlo. Ma poi...