Philip Young é morto un anno fa e il 9 marzo la cerimonia per ricordarlo si svolgerà a Brooklands, il tempio inglese dei motori. La pista - la prima al mondo nata per essere un circuito permanente destinato alle corse - fu costruita nel 1907, lo stesso anno in cui si svolse l'epica Pechino-Parigi. E il nome di Young resterà per sempre legato a questo evento che lui riuscì a riproporre per la prima volta nel 1997, convincendo le autorità cinesi a far attraversare il territorio a cento vecchie automobili occidentali. A queste vetture fu aperto per la prima volta il confine col Tibet e con l'occasione fu ripristinato, attraverso la Porta della Libertà, l'accesso verso il Nepal, sbarrato da vent'anni. Successi che riflettevano una capacità diplomatica assolutamente straordinaria, che si univa a quella di organizzatore formidabile (burbero, autoritario, anche cinico; ma bravo davvero e stanno a testimoniarlo almeno 70 rally in tutti i continenti). É morto cadendo banalmente da una motocicletta al confine birmano: stava facendo la spola, tra le varie palazzine del confine con la Thailandia, per agevolare le procedure doganali del primo rally nella storia che sarebbe entrato in Myanmar. Era fatto così, Philip: gli piacevano le sfide ardite. Come quella di lanciare l'edizione del Centenario della Pechino-Parigi, che avrebbe attraversato per una settimana il nulla della Mongolia, con un sottotitolo illuminante: “Driving the impossible". Partimmo in 130 e noi fummo molto apprezzati da Young per avere scelto una Giulietta Alfa Romeo prima serie, la cilindrata più piccola al via. Lui, del resto, aveva partecipato alla prima Londra-Sydney con una Morris Minor...E fu capace di abbattere di 24 ore un record tutto britannico, quello della Città del Capo-Londra: ci impiegò, nell'inverno del 2013, appena dieci giorni e mezzo, alternandosi col co-driver ogni tre ore, una media di mille miglia al giorno. Sapete con che macchina? Una vecchia Fiat Panda Twin air di 875 cc. Una macchina italiana. Come la Lancia Aprilia anteguerra con cui venne a vincere la sua categoria alla Liegi-Roma. "Ehi Philip - gli dicemmo all'arrivo - com'é che quando vuoi fare un'impresa scegli sempre una vettura italiana?". Sorrise: "Perché noi inglesi le sappiamo guidare…".
P.s.: Chi fosse interessato a partecipare può richiedere l'invito comunicando il proprio indirizzo postale a nikki@endurorally.com