Kundera, i visti, Air China

06/06/2016

Scrive Milan Kundera: "E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse". Belle parole, vero? Ma se dobbiamo essere sinceri questo "orizzonte del domani" finora ci ha solo raccontato una montagna di scocciature. L'ottenimento dei visti é una processione commerciale: l'ambasciata cinese pretende un biglietto aereo con il ritorno già pagato; i russi non accettano altre fotografie se non quelle fatte a pagamento alla loro macchinetta; i bielorussi vogliono che sia stipulata una assicurazione che rilasciano solo loro; i mongoli, come tutti, chiedono che il visitatore esibisca un invito dell'organizzazione turistica che lo prenderà in carico. Se l'auto con cui si parte non é vostra, serve una dichiarazione del proprietario che autorizza alla guida, con attestazione notarile e traduzione di tutto, compreso il libretto di circolazione.
In questo labirinto, abbiamo avuto la fortuna di trovare il filo di Arianna nella persona della signora Mita della sede romana di Air China, compagnia di bandiera della Repubblica Popolare, primo vettore a collegare con voli diretti il nostro Stivale al paese del Celeste Impero. Per festeggiare il trentennale, ci farà viaggiare in business. E allora: Auguri Air China!