Nelle dimore dei maharajah

Kesroli - Karauli
25/01/2013

Arrivati ieri notte, stanchi e con gli occhi appallati dai fari abbaglianti di tutti i veicoli incontrati, non avevamo apprezzato a fondo le bellezze di Hill Fort, un maniero di pietra appollaiato su una parete rocciosa. Il maharajah che l'abitava divenne famoso perché si rifiutò sempre di stringere la mano agli inglesi se stavano senza guanti. Un'altra bizzarria fu quella di usare una delle sue Rolls come camion della spazzatura. I meravigliosi terrazzini panoramici, i comodi divanetti, la luce radente del sole campestre, tutto invitava alla contemplazione, ma noi bravi rallisti per caso siamo ripartiti per tempo, circa duecento chilometri di un'India rurale, strade passabili ma rovinatissime appena c'é un paese. Navigazione senza eccessivi patemi, solo un soffio al cuore quando la Giulia, dopo un sobbalzo, si é spenta di colpo. Ho dato fondo a tutte le conoscenze di meccanica per individuare il guasto: si era staccato un morsetto della batteria. Adesso siamo tornati da una visita guidata al City Palace di Karauli, immensa spettacolare affascinante dimora di una famiglia reale che vantava la discendenza diretta dal dio Krishna. Tutto intorno brulica una città melmosa, cinghiali che grufolano nelle fogne, chiunque viaggia a bordo di ruote suona, strombazza, ti evita per un pelo. Ma nessuno se la prende, i bambini ridono e ci dicono "Hallo" e noi ogni volta precisiamo "No hallo, ciao". Uno stratagemma per vederli sorridere ancora. La gara - per così dire - non ha storia. Ieri siamo arrivati fuori tempo massimo (non potevamo di notte abbandonare Puddu alle tigri) e il soccorso prestato dovrebbe farci annullare le penalità accumulate. Si é rotta la De Soto, forse l'auto più bella, tutta rosa confetto. Quanto meno, non siamo ultimi...