Si va sul sicuro. Marco Cajani, presidentissimo della Scuderia del Portello, non ha avuto un attimo di incertezza: "Ti faccio preparare una Giulia 1.300 TI. Solida, comoda, fascino italiano. E poi quest'anno é il cinquantenario, portarne in India un esemplare sarà la maniera migliore per festeggiare l'Alfa Romeo!". Il meccanico Alberto Spotti si é messo al lavoro e, conoscendo la sua passione e la sua meticolosità, non abbiamo alcun dubbio: l'auto sarà la più piccola di cilindrata, ma quanto a robustezza e affidabilità siamo sicuri che saprà difendersi bene. E poi, uhé, stiamo parlando di una signora macchina tutta italiana, elegantissima nella sua livrea "Azzurro spazio", unica a esibire il nostro tricolore alla partenza. Quattro porte, bagagliaio capiente, cinque marce, freni a disco e tutte le diavolerie utili a riportarci - speriamo incolumi - a Nuova Delhi. In genere, ci siamo sempre inventati un nickname per le nostre compagne d'avventura su quattro ruote (la Flavia Vagabunda, la Mercedes Gwendolina, la Giulietta Celestina). Stavolta l'auto ha già un nome così importante che sarebbe un peccato affibbiargliene un altro. Il suo nome ufficiale quindi rimane Giulia. Ma per noi, affettuosamente, sarà "GiuGiù"