Riempirsi gli occhi, affastellare nel sacco dei ricordi il maggior numero possibile di immagini di questa immaginifica roccaforte che sembra fatta di sabbia dorata. Jaisalmer concretizza l’oriente, le avventure dei sultani, gli assedi, le scorrerie dei quaranta ladroni e di Alì Babà. Una cinta muraria imponente, 99 bastioni in mezzo al deserto del Thar. Passaggio obbligato per le carovane, il grande maniero ha rappresentato per secoli il rifugio di sovrani infingardi e sleali. Dopo le loro scorrerie si rifugiavano nel munito castello e non c’era verso di stanarli. Si tramandano storie di assedi durati nove anni, di sacrifici rituali (delle donne, s’intende), di favolose ricchezze che oggi si riverberano nelle deliziose haveli, i palazzi dei ricchi commercianti che rivaleggiavano tra loro nella bellezza delle costruzioni, intarsiate, ricamate, scolpite tutte in questa pietra d’oro e di miele. Insomma: una continua meraviglia. Pittoresco è perdersi nelle viuzze brulicanti di botteghe, prendere il fresco e una birra in cima alle mura. Tutto è stato sul punto di crollare quando Giancarlo, nel chinarsi in un passaggio buio della rocca, ha dato una craniata pazzesca al centro di un archetto. Il secolare Forte di Jaisalmer ha tremato, mucche acrobati e giainisti hanno trattenuto il respiro vedendo ondeggiare i 99 bastioni. Che ancora una volta hanno resistito. Notizie dal raid: le due auto più imponenti nei guai. La De Soto ha rotto due semiassi, la Lincoln consuma più freni che benzina.