Sale dal villaggio il vociare dei bambini, il battere del fabbro, il respiro di un borgo sovrastato dall’imponente Neemrana Fort, un albergo-cittadella in cui occupiamo una torre che come terrazzo ha un tempietto e il suo colonnato. Bello, ma è stato faticoso arrivarci a causa di un intoppo nell’autostrada provocato dalla via indiana al superamento del traffico. Se la carreggiata sud a tre corsie è ostruita perché un autoarticolato si è rovesciato, i camionisti non sopportano la coda e cominciano a spostarsi - contromano - nelle corsie della carreggiata nord fino a bloccarla del tutto al primo punto in cui ci sono i lavori in corso. Fermi una mezz’ora noi che ci eravamo avviati per tempo; gli altri, con ritardi rabbiosi. Abbiamo smaltito l’irritazione addormentandoci al sole e andando poi a vedere un enorme pozzo a scalini, nove piani giù in basso, oltre 70 metri di scalinata progressiva verso una cisterna abbandonata. E’ diventata la multiproprietà di pappagalli, scoiattoli e passeri irrequieti “finché non muore il giorno”. Perdendoci nelle viuzze del paese abbiamo leopardianamente provato a scovare in qualche Silvia locale “occhi ridenti e fuggitivi”. Ma verso sera c’era solo un asinaio che dopo aver caricato di pietre le bigonce dei somarelli, minacciava di bastonarli. E loro, “prudenti e fuggitivi”, trotterellavano di buona lena. Brutte notizie per domani. La benzina è aumentata di un euro, c’è la minaccia di uno sciopero generale. E noi siamo quasi in riserva.