Arde un fuoco profumato di bosco e nel piazzale della palazzina di caccia è già pronta la tavolata per il barbeque di stasera. Saremo in otto, riconciliati con la vita e con la furia degli dei. Invidiati da tutto il resto della carovana, trasferitosi in massa al mattino sulla spiaggia, ma costretto a ritornarsene nel villaggio-lager per la notte. E’ stata davvero una bella giornata di assoluto relax. Carovana di cammelli pazienti durante il trasferimento verso il mare, accoglienza festosa da parte del cugino del maharajah che gestisce questo relais, ultimi accordi sul menu e sui beveraggi (farà di tutto per saziare la nostra astinenza da alcool). Incontro e foto con un pacifico blue bull (difficile da descrivere, pensate a un mulo e mettetegli il muso di un’antilope), breve passeggiata verso quel mare d’Arabia che ci aveva già accolti ieri. L’esperienza ci ha fatto sedere a tavola per tempo e ci siamo spazzolati un buonissimo pesce a piccole trance. Poi siamo rimasti nella brezza: chiacchiere futili, un hovercraft enorme che passa rombando, le storie di cinque cagnolini nemici di mucche che brucano sabbia. Una coppia di uccellini variopinti protesta per la nostra presenza, ha il nido fra le assi del tetto. D’accordo, siete ospiti del ristorante, ma questa è pure casa nostra, cosa aspettate ad andarvene? Ieri sera torta di compleanno di uno dei partecipanti, quello con la Lagonda. Se chiedi qualcosa della classifica, ti guardano come il grullo del paese.