Il castello delle favole sognato da ragazzi, la fantasia dei fumetti che diventa realtà. Il City Palace di Bundi è addirittura molto di più, si rimane letteralmente a bocca aperta esplorando i vari piani del palazzo che continua a svilupparsi verso l’alto, come se fosse germinato dalla rocce su cui nasce e si estende. E’ molto rovinato e decadente, popolato di scimmie piccioni e pipistrelli. Ma le stanze dei maharajà, i saloni delle udienze, la porta degli elefanti, i dipinti strepitosi pur se rovinati...un piacere assoluto e inaspettato. Eppoi: al di sotto della reggia respira una città tutta azzurra, i giochi chiassosi dei bambini, le preghiere del muezzin, il volo degli aquiloni. Ce ne siamo andati su per i bastioni e le stanze, meravigliandoci a ogni angolo per le nuove prospettive, per l’oro e il turchese delle miniature, per le storie raccontate nei grandi dipinti murali: la parata degli eserciti, le epopee sacre, le danze delle concubine, le scene di caccia, gli elefanti ritratti in tutte le loro attività, dalla guerra alla lotta, dal trasporto al lavoro. Una autentica meraviglia, strepitosa e incomparabile. Giornata felice, insomma, cominciata tra l’altro con un “Good morning, sir. Your coffee” detto sottovoce, fuori dalla tenda, dal nostro attendente. Colazione, internet rapido, annullate tutte le penalità del primo giorno perché costretti a viaggiare di notte. Ed eccoci a Bundi, con questa reggia - scriveva Kipling - “costruita dai folletti”.