Ultima giornata del raid, trasferimento sulla carta molto breve, ma pesante per il traffico, la condizione delle strade e le segnalazioni a capocchia sul Gps ufficiale. E quando Conrad il boss ci ha trovato fuori rotta alla periferia di Delhi (quindi doveva essersi perso anche lui) se ne é uscito col classico “Follow me” di chi la strada la conosce a memoria. Gli siamo andati dietro a fatica (lui col fuoristrada) tra buche infernali, parcheggi scavati nel fango, bestemmie che per farcele perdonare non basteranno mille rosari. Poi è cominciata la trafila dei documenti per spedire la macchina. Decine e decine di fogli e fotocopie da sottoscrivere in calce due volte (nome in stampatello e firma). Abbiamo dovuto lasciare anche l’originale del carnet e del passaporto (non bastavano tre fotocopie a colori...) a un funzionario delle dogane che se lo sarà già rivenduto a chissà chi. Adesso siamo all’Imperial, stasera serata di gala. Un po’ dovrei essere dimagrito e quindi i pantaloni, che alla partenza restavano ampiamente dischiusi, dovrebbero fare la loro figura; altrimenti Rita provvederà - come a Fantozzi la signora Pina - a ricucirli pietosamente sul davanti. E’ stato un mese intenso, per fortuna senza competizione. Posti meravigliosi, alcuni contrattempi che presto dimenticheremo. All’arrivo, abbiamo issato sulla Giulia la bandiera dell’India e ci siamo messi in posa per la classica immagine di fine raid. Ha scattato Giancarlo. Epperò (ça va sans dire) la foto non è venuta...