Allo scalo di Casablanca ricevo un pensiero gentile da parte di Xavier, driver della Studebaker: una copia del “Corriere della Sera”. Gay pride, ddl governativo contro il fumo, buffonata dei mondiali assegnati alla Germania (ma poi, perché scandalizzarsi tanto? La Fifa è una multinazionale svizzera di natura privata, può fare quello che vuole, le scelte si basano ovviamente sul profitto, è chiaro che la Germania fornisce garanzie e dividendi superiori al Sud Africa, no?). E’ il primo giornale italiano che leggo dopo 70 giorni. Devo proprio confessarlo: la stampa italiana non mi è mancata. Anche perché le due-tre notizie più importanti le ho sapute tempestivamente. A proposito di Roberto Fontolan vice al TG1: chi glielo ricorda che deve mandare una troupe al Tower Bridge per l’arrivo nel pomeriggio del 18 luglio? Un arrivo al quale stiamo ormai puntando tutti spasmodicamente. Le macchine sono tutte malandate, la nostra è anche gualcita. Ma farà la sua figura, con le ferite che l’onorano, quasi un reduce di guerra. Durante il giorno di sosta e riposo previsto per domani dovremo risolvere il problema del riscontro d’aria all’interno di Vagabunda: il finestrino del passeggero è in perspex ed è bloccato. Con i 45 gradi che si preannunciano in Marocco, sarà meglio trovare una soluzione per evitare di finire arrosto. Cena a base di couscous dopo un giro dentro le mura, con le cicogne a farla da padrone sui tetti e nel cielo. L’ocra di Marrakesh e la luce del tramonto e i palmeti e quella grande piazza di fumo e giocolieri. I suonatori, i pittori, il cibo di strada, i cantastorie. Ho comprato una sciarpa azzurro-cobalto, il colore dei Tuareg.