Malafemmena e passaggi a livello

Mandvi - Dasada
10/02/2013

Piacevole, ma non memorabile, la serata di ieri. Sarebbe stata indimenticabile se i convitati mi avessero consentito di terminare “Malafemmina”, con traduzione simultanea in inglese. L’uditorio ha badato più a ingollare wiskey, vodka e birra piuttosto che deliziarsi di un’interpretazione raffinata. Transeat. Ma quel dio giainista, Adinath, ha giustamente deciso di punire gli empi (con me aveva forse finito il repertorio; dopo polpacci, macchina fotografica e foratura). Ha puntato la Volvo dei Puddu e ha disarticolato la batteria. La nostra Giulia si è sottoposta al supplizio dei cavetti, la Volvo è ripartita e ci siamo avviati per questo “tappone”. Brutta la prima parte, poi una bella autostrada che ci ha portati in questo Rann and Riders, villaggetto di bungalow tristanzuoli. Lungo la strada siamo rimasti almeno mezz’ora a un passaggio a livello: prima lo scorrere lento di un convoglio che non finiva mai, poi l’inevitabile tappo dell’attraversamento. Innanzi tutto, qualcuno aveva pensato bene di andare a sbattere contro le sbarre, disarticolandole. Poi, il rito indiano prevede che in entrambi i sensi di marcia ci si schieri compatti. Quindi, appena le sbarre (quando ci sono...) si alzano, ci si ritrova muro contro muro e si rimane ovviamente bloccati. Ma nessuno se la prende, tanti sorrisi come a dire “Ma guarda un po’ il destino cosa é capace di combinare!”. GiuGiù ha di nuovo una ruota di scorta. E pure un rumore tra i 60 e i 70 all’ora. Urge convergenza.