Cerco di braccare subito Peter, il capomeccanico. Ciri ed Elio mi distraggono, dicono di andare con loro, ma io voglio restare in fila e farmi aggiustare l’ammortizzatore. Insistono, sto per arrabbiarmi. Ma era solo per farmi un sorpresa, dietro di me ci sono i baffi e il sorriso simpatico di Stefano Ruggeri, l’amico con cui avevamo progettato di fare questa gara con le “500”. Si mette a disposizione con i suoi “scudieri”, un ragazzo con un Suv che parla bene inglese e un meccanico di memorabile orecchio e manualità. Gli scagnozzi di Peter perdono un sacco di tempo per montare l’ammortizzatore ma alla fine dell’opera Celestina sembra sciancata. Stefano capisce che hanno montato l’ammortizzatore posteriore davanti! Rita torna avventurosamente in albergo (qui è festa nazionale, tutte le famiglie in centro. In macchina, ovviamente) a sistemare le vettovaglie. Nel tardo pomeriggio c’è una lista di lavoretti da fare che vengono quasi tutti sbrigati, sempre con la supervisione e la competenza di Stefano. C’è un problema con la frizione, il cuscinetto reggispinta geme se premuto a fondo. Domani gli scudieri andranno a comprarne 3-4 compatibili. Ma soprattutto Stefano se li porta dietro, con noi, per le prossime tappe in Mongolia. E si caricherà tutti i pesi che gli vorremo affidare. Due giorni fa ci sentivamo perduti, oggi siamo superprotetti e pronti ad affgrontare nel migliore dei modi la parte più difficile dell’avventura.