Ed eccoci tornati sotto la Grande Muraglia e sotto l'arco di partenza della Pechino-Parigi. Noi tutti euforici ed eccitati, la banda di percussionisti in costume fa il suo dovere, irrompono atleti e sbandieratori, passa il drago di corsa, lo insegue il leone. Alle 8 in punto scatta via la numero 1, una American La France più camion che automobile, la potresti scambiare per un blindato degli invasori. A noi tocca alle 8,36, rullo di tamburi, applausi, cento metri e stop. Bisogna recuperare la macchina fotografica lasciata per farci fare - finalmente - una foto della partenza con noi a bordo. Appena in autostrada ci imbattiamo in un'altra Grande Muraglia, quella dei camion, milioni di camion che procedono dovunque. Una intera giornata a sorpassarli, per la gioia della navigatrice. Un errore fatale nel road book ci fa saltare il primo controllo orario. Di chi la colpa? Il bravo "rallista per caso" dovrebbe sapere che i commissari possono sistemarsi in un posto diverso dal previsto e distante cinque chilometri, no? Comunque, riusciamo a respingere l'ignominia di essere finiti fuori tempo massimo il primo giorno e chiudiamo orgogliosi a "zero penalità". Almeno fino a domani (a proposito, quasi 600 chilometri di questa Cina, puntando al nord) siamo primi in classifica!