Cento minuti per 118 chilometri di sterrato. E' il circuito speciale lungo il Bonanza Creek, dove fu trovato l'oro nel '96. Piove, la strada è tutta fangosa, saliscendi, poi nebbia che limita la visibilità a una trentina di metri. Abbiamo deciso di non rischiare nulla, ci sorpassano subito un paio di vetture. Poi, un'indicazione quanto meno dubbia ci porta sulla strada sbagliata, in uno spiazzo senza uscite. Riprendiamo con grande attenzione, ci sorpassa la Austin Healey partita cinque minuti dopo di noi. Una curva e la troviamo fuori strada, contro un albero. Ci fermiamo, nulla di rotto per Rick Dick Price e il suo codriver, arriva subito l'assistenza a tirarli fuori. Si riparte, un rumoraccio dal retrotreno. S'è staccata la barra stabilizzatrice. Crick, con la coperta gialla regalo dei giapponesi mi stendo nella mota sotto Vagabunda, lego il troncone con un pezzo di filo elettrico. Aumentiamo l'attenzione, la strada è un fiume di fango. Prendiamo, con rassegnazione, quaranta minuti di ritardo. Saldatura quotidiana, lavaggio, sostituzione della cuffia del semiasse (povero Peter), passeggiata, piccole spese, classifiche. Ci hanno penalizzato di soli otto minuti! Proprio non sanno fare i conti. I migliori, tutti con il netto. Prendiamo la risposta alla protesta di ieri (otto minuti di penalità dopo i 30 passati al confine): cancellati a tutti dieci minuti di ritardo. Così, nella classifica assoluta di ieri eravamo ufficialmente terzi assoluti. Oggi, in tutto, ne abbiamo per 59 minuti, quarti assoluti. E c'è la riprova che i commissari, quanto a matematica, brancolano nel buio. E continuano a proporre tappe impossibili: domani, per esempio, c'è un tratto a 98 di media. Speriamo che se ne siano accorti e possano rivedere i tempi perché, se arriva la polizia, parecchi dei primi in classifica, quelli che nebbia o fango vanno sempre a tutta, finiranno in galera.