La chiave inglese numero 13 rappresenta uno dei misteri irrisolti della storia dell'automobilismo. É la più usata e, di conseguenza, la più smarrita. Anche se di metallo, possiede un'anima luciferina e tentatrice. Sguscia sempre via, evade dalla cassetta degli attrezzi, si sottrae per vocazione al momentaneo padrone legittimo, si nasconde dovunque e a chiunque passa lì accanto sussurra "Eccomi, sono la 13, voglio essere tua. Prendimi!". Però é infedele e alla prima occasione tradisce di nuovo. Fatta questa premessa, potete immaginarvi quello che é successo nel garage della Fiat dove dieci italiani sono stati tutta la giornata a riparare le macchine: cinque Giulia issate sui ponti, cassette degli attrezzi sciorinate sul pavimento e quelle zoccole delle 13 che scappavano da tutti gli angoli, proponendosi ai passanti. A un certo punto é scesa in campo miss Cricchetto Castellini, quella che ha una voce melodiosa e un'andatura - quando la smuovi - alla Marilyn Monroe. Si può resistere ai richiami di una sirena del genere? Lei si é praticamente accasata per pochi minuti con tutti noi. Castellini era disperato, "Chi ha preso la mia 13 a cricchetto?", ripeteva sconvolto. Quando ha minacciato di perquisirci, l'ultimo amante gliel'ha fatta ritrovare sul cofano. Ma nel frattempo qualcuno si era inguattato le 12 e la 14, sempre a cricchetto. Molto appetito il nostro attrezzo multiuso che é l'orgoglio del navigatore: ma se lo prestavo rimanevo impalato ad aspettarne la restituzione. Confesso però che dal taschino della camicia, spogliandomi prima di fare la doccia serale, é caduto un cacciavite. Ma piccolo piccolo.
Poi, serata spassosa tutti assieme. Io ho cucinato una memorabile matriciana grazie a Rita che é stata superba a scovare qui in Siberia due tocchi di guanciale. Dovevamo essere in undici, ho messo giù un chilo e mezzo di Buitoni numero 5. Siamo diventati 17, poco é mancato che scoppiasse una rissa attorno al pignatone degli spaghetti per chi avesse la priorità a fare la scarpetta.
