Ci hanno consegnato la patente e la targa cinesi, poi a scaglioni siamo saliti sui pullman per andare a ritirare la nostre auto in una specie di "città deposito" dove vengono sdoganate e custodite le merci che giungono in Cina. Ciascuno si immagini la quantità e la vastità degli hangar. E anche le due ore di un percorso sempre all'interno di questa megalopoli che sembra non finire mai. Giulia é sembrata scodinzolasse al nostro arrivo, si é messa subito in moto e si é avviata - direi in allegria - verso l'hotel e i 40 chilometri per tornarci. Dopo qualche centinaio di metri ha cominciato come a bofonchiare, sbuffando e perdendo giri. Pensando che fosse per il serbatoio vuoto ho guidato i pochi metri che ci separavano dal primo distributore con il mio proverbiale piede vellutato. "Ti eri ricordato di togliere l'aria?", ha chiesto Marco Cajani, il presidente del Portello che ci seguiva. Ho scrollato le spalle, come per dire "Ma che domande...".
C'é da dire che al parcheggio le Giulia sembrano cagnolini intimiditi dal gruppo di mastini che le circonda. Però lo chef dell'albergo venuto a curiosare lanciava segnali di grande apprezzamento. Poi ha spiegato: "Sapete sono di Monza e la vostra Scuderia é brianzola come me...".
Pomeriggio a ragionare su come comprimere i bagagli, garden party e poi tutti noi degli equipaggi italiani a cena dall'ambasciatore Ettore Sequi nella sua residenza. Clima piacevolissimo e informale, aneddoti, ricordi, brindisi di augurio. L'ambasciatore ci ha regalato una spilla col tricolore incrociato alla bandiera cinese. Il Portello ha fatto un figurone ricambiando con una targa dell'ultima premiazione dei Campioni Alfa Romeo, traforata proprio con la scritta Pechino-Parigi. Il nostro rappresentante diplomatico é rimasto per tutto il dopo cena a incrociare con noi le sue storie a motore, convinto che in gara ci faremo valere. Forse ha ragione lui, da domenica all’attacco!