E anche questa é andata. L'ultima tappa di questa terza partecipazione alla Pechino-Parigi é stata un continuo zig zag tra tutti i villaggi, i paesini, le fattorie, le stalle che ci sono tra Reims e la capitale. Noi dovevamo fare un po' di benzina e immaginatevi con quale sollievo abbiamo trovato un distributore automatico accanto a un supermarket di periferia. L'arrivo é stato pasticciato, si doveva passare in ordine di classifica, le auto sono arrivate alla rinfusa. Ognuna restava a lungo sotto l'arco per le foto, i cori di parenti e tifosi. Temperature dell'acqua a livelli pericolosi, molti preferivano spingere l'auto a mano per non rischiare l'ebollizione. A cena tutti eleganti o quasi. Ottocento persone inscatolate dentro un salone che sembrava il Pantheon. Molto bello il film, stucchevoli le intervistine agli equipaggi, tutte dichiarazioni entusiastiche per una formula di gara che ci ha lasciato perplessi per l'eccessivo agonismo. Cena mediocre, la "passata di pisellini alla menta" era un brodino insipido dentro un ditale di ceramica, da tirar su col cucchiaino da caffè. Una flûte di champagne, un po' di vino servito da uno stuolo di camerieri che mi urtavano la sedia a ogni passaggio. Premiazioni interminabili, la nostra ambitissima "medaglia d'oro" é in realtà una semplice scritta su cristallo. E la coppa per il secondo posto di classe é della misura giusta per metterla dritta in un cassetto. Domani le due Giulia della Scuderia del Portello Alfa Romeo verranno esposte in pompa magna sugli Champs Élysées, al Motor Village della FCA che ha condiviso con la troupe di Bosch l'idea di seguirci da San Martino di Castrozza a Parigi con la nuova Giulia. Già in programma l'edizione del 2019. Il percorso prevede l'attraversamento dell'Italia, dallo sbarco in Puglia alle Alpi. Saremo felici spettatori di quei pazzi che vorranno partecipare.