Cosa fa il “rallista per caso” che vuole evitare traffico e caldo nell’ultima tappa? Prende il telefonino e mette la sveglia alle 5, giusto? Certo. Dovrebbe però sapere che il telefonino si adegua automaticamente all’ora legale; avrebbe così evitato di ritrovarsi alle 4,30 del mattino, valigie in pugno, davanti a uno stralunato portiere di notte in quel di Vinh. Quanto alla strategia per evitare il traffico, beh…Mai vissuto nella vita un simile videogame: stai al volante e devi evitare di prendere qualsiasi cosa in movimento, papere e maiali, ciclisti che attraversano improvvisamente contromano, bufali e mucche, motorini che ti stringono da ogni parte come boa constrictor, allegri scolari in quarta fila, pullman che fanno esattamente la manovra che hai escluso in cuor tuo. Dopo un paio d’ore di tensione spasmodica, guidare diventa addirittura divertente. In più la nebbia, un radar approssimativo e il nightmare finale di Hanoi, quattro milioni e passa di abitanti e l’impressione che tutti abbiano preso camion e ciclomotori per darsi appuntamento davanti alla nostra macchina. Però, alla fine, arriviamo al deposito e mettiamo Gwendolina – sporca ma felice - dentro al container. Passeggiata dal laghetto alla città vecchia, solita ordalia negli attraversamenti stradali, “bia hoi” bevuta finalmente con gli indigeni, un altro party di compleanno ed eccoci pronti per andare a letto.