Questo e' il paese piu' grande del mondo e la Siberia che stiamo attraversando e' lunga settemila chilometri e larga tremila e 500. Di tutto l'emisfero nord costituisce la terza parte. Insomma, una vastita' incommensurabile. L'orizzonte e' una fila di boschi, i contorni prati, enormi appezzamenti di campi seminati da poco, acquitrini a perdita d'occhio. Percorriamo senza affanni 650 chilometri, strada passabile, camion che vanno alla nostra andatura e che non e' affatto semplice superare. Piove quasi tutto il giorno, nuvole stracciate, Rita che riesce a sonnecchiare perche' il percorso e' facile e rettilineo. Quando ci si ferma ai controlli riecheggiano in continuazione storie drammatiche di chi e' rimasto giorni nel deserto e a fatica e' riuscito a raggiungerci. Incontriamo diversi camion che portano altre vetture, forse a Yekaterinburg, forse a Mosca dove ci sono i giorni di sosta e si spera che giungano ricambi e ci siano officine in grado di provvedere. I nostri ammortizzatori di scorta dovrebbero gia' essere in viaggio, grazie a Marco Cajani e ad Alberto, provvidenzile Scuderia del Portello.