Nel tepore della gher

Ulaan Baator - KharKhorin
02/06/2007

Soffia un vento da giorno del giudizio, freddo, fortissimo e tagliente. Lungo la strada ha sollevato polveroni di sabbia rossastra, che penetra dappertutto. Ma qui nella ger, la tenda circolare di feltro e legno che i pastori nomadi sanno issare in pochi minuti, l’ambiente è confortevole. Due lettini, mobiletti, una stufa di ferro nel mezzo che emana un confortante tepore. Oggi siamo filati senza problemi, agili sugli sterrati e dignitosi in asfalto. Una prova speciale sabbiosa, veloce e senza tante insidie, al punto che abbiamo superato l’Aurelia partita due minuti prima di noi. Partenza dall’opera house, una grande piazza, con bande e suonatori, figuranti e un politico importante che deve avere investito tutti i suoi risparmi nei denti d’oro. Ciriminna si è ritrovato alla partenza senza benzina e l’hanno dovuto spingere. Poi, ha rotto un giunto. Per fortuna che c’era Santo Stefano, pronto ad aiutarlo. Rita ha avuto da ridire con Philip che aveva fatto scrivere su Internet che c’eravamo insabbiati 40 km fuori dalla pista. Obbligo di correzione. Ai sensi dell’articolo 8 della legge sulla stampa?

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