Nessuno ancora ci crede, ma fra due giorni sarà tutto finito. Magari a spinta, ma arriveremo. Finiti i test, non resta che partire e giungere in orario. Oggi 620 chilometri da compiere in undici ore, lungo autostrade trafficate ma scorrevoli, dove è possibile recuperare il tempo trascorso nell’ultimo pic-nic. L’hanno organizzato sulle sponde del lago Salagou i soliti Noor, con la collaborazione di Chervaz e Xavier (per i vini): prosciutto e melone, pomodori e basilico, pollo arrosto, insalata di riso. I sapori di casa, insomma. Poi, in un ampio piazzale abbiamo messo in cerchio le quattro vetture che si sono capovolte durante la gara e che fanno parte a buon diritto del club “Rally ‘n Roll”. Foto per noi, foto degli altri, alla fine siamo saliti sui tetti delle macchine, come fanno i vincitori appena tagliato lo striscione d’arrivo Insomma, i festeggiamenti sono già cominciati. Le classifiche finali sono ufficiose ma, praticamente, definitive. Prima la Hillman dei Gilles, secondo a 29 minuti il terribile Broderick con la Pagoda Mercedes, terza la Mustang. E Vagabunda? Dovrebbe essere al ventisettesimo posto, ottanta e passa ore di ritardo. Ma viva e pimpante ogni giorno che passa. Dal giorno dell’incidente in Canada ha compiuto undicimila chilometri. Altri mille e ci avrà riportato sotto il Ponte della Torre di Londra, malconcia all’esterno ma un cuore grande e attivo ogni giorno da quasi tre mesi. Stiamo studiando una strategia per il rientro, considerando che ci è stata richiesta per una esibizione al Grand Palais di Parigi. Insieme alla macchina dei Pinguini (blu) e a quella di Janet (rossa) formerà il tricolore di Francia. Quanto al nostro tricolore, quello della bandiera che ci è stata consegnata dall’ambasciata italiana a Pechino, è pronto per essere issato a bordo. Ma non c’è più l’asta, vale a dire l’antenna della radio andata smarrita a Smithers. Come faremo?