La novità è che abbiamo rischiato tutti di non partire. La nave porta-container con le nostre amatissime auto d’epoca non è riuscita a entrare in porto per una violentissima bufera e ha proseguito verso nord-est, fino a Port Elizabeth, 770 chilometri da Città del Capo. A quel punto, c’erano due possibilità: aspettare che tornasse indietro (e questo avrebbe significato non avere le macchine prima del 18); oppure trasportare i container con i camion. Così è stato fatto e così siamo potuti rientrare in possesso della nostra Guendalina blabla, estratta da un cassone marrone dove è rimasta più di un mese. Appare addirittura muscolosa, i bei sedili Recaro di stoffa grigia, rialzata, roll bar, fari supplementari di profondità. Ha cambiato pure nome di battaglia: Peter (il nostro preparatore inglese) deve essersene ricordato il nome a orecchio e l’ha tradotto in “Gwendolina”. Le dodici anteguerra sono una più bella dell’altra: le due Rolls spettacolose, le cinque Bentley da perdere la testa. L’Invicta del terribile Broderick ha un ghepardo dipinto sulla fiancata. Le auto dell’organizzazione hanno la coda zebrata. La nostra è immacolata, appena una targhetta di smalto tricolore vicino ai nostri nomi. Nel pomeriggio ricevimento al Tourist office con assaggio di vini sudafricani. Tutti insieme e tutti già bene affiatati. Con Philip “Brutus” Young, l’organizzatore sempre ruvido e scontroso, addirittura sorridente…
BRODERICK'S CHEETAH
Here is the news: we all came very close to not starting the competition. Owing to a violent storm the container ship carrying our beloved cars could not come into port and had to sail on northwest up to Port Elizabeth, 770 kilometres from Cape Town. Now we had to choose: either wait for the return of the container ship (meaning we could not have the cars before the 18th) or load trucks with the containers. So we did and came again into possession of our Guendalina Blabla, taken out of a brown trunk after more than one month. It looks even tougher now, raised, with its beautiful Recaro seats made of grey cloth, roll bar and additional headlights. Its nom de guerre has also changed: Peter, our English trainer, must have recalled the name by ear, thus translating it into “Gwendolina”. The twelve pre-war cars excel in beauty: the two Rolls Royce are marvellous and the five Bentleys make you go crazy. Broderick’s Invicta has a cheetah painted on its side. The organisation cars have black and white stripy tails. Ours is untouched, hardly a small plate next to our names, enamelled with the Italian colours. The Tourist office bids us welcome with a party in the afternoon: a taste of South-African wine, here we are all together and in good harmony. Even Philip “Brutus” Young, our gruff, crabby organiser can not help smiling…