E Secondo la più classica delle strategie (“Manuale del rallista per caso”, pagina 48) siamo riusciti a sbagliare strada ancor prima della partenza. E’ che dal parcheggio eravamo sortiti tranquilli, con Gwendolina scalpitante al primo colpo. Poi, solita moina e macchina ferma. Gli altri sono andati via e noi siamo rimasti soli con il Defender del fotografo, attardato sì ma per motivi di lavoro. Giro inconcludente e disperato, puntuale “affitto” di un taxi che ci ha portati a destinazione, cioè sotto la grande torre delle comunicazioni, la quarta del mondo, una vetta di 400 e passa metri. Panorama impressionante per la miriade di grattacieli costruiti e in costruzione. Alla sosta di Cameron Highlands siamo giunti attraverso strade e paesaggi di montagna. Casette tirolesi, condomini da settimana bianca, pranzo in un pezzo di vecchia Inghilterra trasferita in mezzo alle piantagioni da the. Picchiata verso Lumut, imbarco frettoloso sul ferry per l’isola privata ed ennesima citazione dal “Manuale”: dimenticati a bordo tutti gli indumenti da bagno, compresa la maschera graduata. Del resto, se dobbiamo starcene anche domani in questo paradiso, nel lusso di una palafitta accarezzata dalle acque cristalline dello Stretto della Malacca, a cosa vuoi che servano costumi e palette?
