Ci ricorderemo la nottata di Smolensk, ah se ce la ricorderemo. Stanza all'ultimo piano, il quarto, senza ascensore. Vai su, alla fine della solita pesante giornata di rally, con tutti i maledetti bagagli. Ti affacci alla finestra e vedi il tetto marcio di un fabbricone dismesso. Provi ad aprire un'anta e ne senti subito il rumore di fondo, quasi che una batteria di motori fosse stata dimenticata accesa. Al bagno c'é in dotazione uno spray deodorante per mitigare gli effluvi fissi dello scarico. Ma quello che più infastidisce é l'esercito di gabbiani che si é installato sul tetto di fronte e che non ha insegnato l'educazione ai più piccoli. Strillano in continuazione finché non fa notte (tardissimo) e ricominciano a vociare appena fa giorno (prestissimo). Colazione penosa e via verso la frontiera che non sono nemmeno le 8. Ma la frontiera non c'é più e ci ritroviamo con due ore di anticipo sull'orario di partenza nel parcheggio disadorno di un benzinaio dove però Gianni, il copilota della BMW italiana ci prepara un fantastico caffè con la MOKA. Sosta pranzo a Polska, bella cittadina, ordinata e pulita, il "centro dell'Europa" la definiscono con orgoglio i locali, facendo finta di non sapere che fanno altrettanto a Vilnius e, soprattutto, a Foligno. Poi, le prove speciali. Ce ne sono state addirittura quattro, la seconda di 12 chilometri ripetuta due volte. Stradine chiuse, fondo sabbia e brecciolino, veloci con un paio di curva assassine. Polizia, Vigili del fuoco, parecchia gente incuriosita. Solite raccomandazioni di Rita, utili per farmi scalare una marcia o dare un colpo di freno in più. Dovremmo essere andati benino, il nostro target é recuperare sulla Volvo che ci precede nella generale e nella classifica di categoria. A Minsk siamo arrivati alle 20.30, più di dodici ore dopo essere partiti. Però l'hotel Renaissence é bello e moderno, la stanzia ampia e gradevole, il salmone molto buono. Alessandro prova a mettere la ventola, risulta troppo spessa. Taglio chirurgico e finalmente va. Domani si torna a marciare, c'é place Vendôme da conquistare.