La sveglia alle 7 era suonata da poco ed io ero già in bagno quando l'altoparlante generale ha cominciato a comunicare qualcosa in russo. Ho proseguito nel mio impegno. Ho cominciato a prestare un po’ più di interesse dopo un un gentile "Attention please". Però, quando lo speaker ha intimato "Achtung, achtung! Evacuation, evacuation!!” ci siamo vestiti in un baleno e, per scrupolo, abbiamo dato un'occhiata dal balcone al bellissimo dehors dell'albergo: la gente continuava tranquillamente la colazione lungo il Water front, nei tavolini davanti alla serena propaggine del Volga. Che razza di allarme, allora? Non si trattava di incendio o terrorismo. Troppe automobili vecchie avevano acceso contemporaneamente i motori nel garage, il fumo e i gas di scarico avevano fatto scattare le procedure antincendio.
Meglio così, ma un po' di strizza (a proposito di evacuazione) ce la siamo presa. Colazione anche noi, partenza con gli ultimi perché si parte in ordine inverso di classifica e - modestamente - prima di noi ne partono 94. Prima prova speciale nell'autodromo dove si disputa il Gran Premio di Formula Uno di Russia. Molta eccitazione, ma veniamo relegati in una pistarella secondaria con una serie di tornantini adatti alle minimoto. Poi, i soliti 500 chilometri, stavolta su strade buone o passabili. E infine seconda speciale in un altro autodromo vero, con la possibilità di tirare le marce, scalare, frenare, impostare le curve. Rita garantisco che é sopravvissuta anche oggi. Ultimo tratto in autostrada sotto la pioggia, ci sorpassano a più di 120 orari alcune delle auto anteguerra. Mah... Hotel schifosetto, siamo al quarto piano. Senza ascensore. Achtung, Achtung!