Vagabunda perde la targa cinese

Turfan - Hami
31/05/2000

Nove ore di polvere e sassi, tutti i sassi del mondo a congresso lungo la strada (?) che porta ad Hami. La Via della Seta (“via” intesa nel senso di manufatto percorribile da vetture mototrainate) finisce a Turfan. Dopo è una costa pietrosa, una sassaia, un greto di torrente impraticabile secondo le nozioni medio-europee. E invece è pure densa di traffico, camion tutti blu che trasportano carbone, motozappe, pulmini, chissà quali mercanzie. A centinaia sono fermi lungo il sentiero, guasti al motore o forature. Gli autisti spesso dormono sotto i camion, nell’unica ombra possibile nel raggio di cento miglia. Venti all’ora, un sobbalzo dietro l’altro, finestrini chiusi appena si incrocia qualcuno. Ma la polvere penetra dovunque, la mastichi, la respiri, la sudi. All’arrivo, un’ora per spolverare un po’, riassettare le cose, lavare il lavabile. Per 350 chilometri ci avevano dato 15 ore… In partenza “speciale” traditrice: tre minuti per quattro chilometri e mezzo, misto asfalto-sterrato. Fatti i calcoli, contavamo di arrivare agli ultimi cento metri in tre minuti esatti, per poi usufruire del minuto “spezzato” nel restante tratto di asfalto. Ma ripreso il tarmac, la bandiera dell’arrivo era almeno 500 metri più avanti. Un minuto di penalità, chissà agli altri. Ma non fa nulla, restiamo sempre nelle nostre, brillantissime, posizioni. Vagabunda ha sopportato tutto. S’era persa la targa cinese in un punto in cui non passavano nemmeno i camion. Noi ci siamo bloccati proprio a metà del salto: breve traino di un fuoristrada e abbiamo ripreso contenti la via. Ma s’era persa la targa, per fortuna recuperata da un altro equipaggio. Impossibile ieri spedire E-mail. Vedremo stasera. A proposito, è dalla Georgia che non riusciamo a collegarci con Internet e, quindi, a leggere la posta. Appena possibile risponderemo a tutti. Abbiamo aperto anche un altro indirizzo E-mail, è Vagabunda64@hotmail.com. Vagabunda non vi lascia mai soli.