Vagabunda alle 9 è in officina, allineano le ruote, rimontano la balestra. Un ammortizzatore s’è rotto ma, soprattutto, manca il mollone posteriore destro. Così non cammina. Torniamo con il capo meccanico sul luogo dell’incidente, in mezzo all’ortica. Trovo una lattina di Esso, due tavolette, un filtro benzina. Spunta fuori anche una delle ruote di scorte. Stiamo per abbandonare delusi le ricerche quando riesco a scovare il mollone proprio nel punto che di più avevo battuto, tra rami ed erba alta. Altre registrazioni, altri controlli. Si parte? Macchè: c’è un problema con le carte di credito, la mia si blocca a metà del pagamento, quelle di Rita non vengono accettate. Telefonate a mezzo mondo, era praticamente la segretaria un po’ intronata. Partiamo alle tre del pomeriggio, il motore gira bene, qualche cigolio in più della carrozzeria. Comincia a piovere e si bloccano i tergicristalli. Perdiamo un’altra mezz’oretta. Poi, 800 e passa chilometri da triturare. Un po’ d’acqua, un po’ di nebbia. Ma la strada è ottima. Arriviamo alle due di notte, c’è Philip Young nella hall, per la prima volta si fa persona umana e abbraccia calorosamente Rita. E’ stata una giornata pesante, domattina cercheremo finalmente di aggiornare il sito e spedire tutte le e-mail. E metterci alla ricerca dell’ammortizzatore mancante. Questa sì che è vita…