Dalla bow window dello studio-salottino godiamo di una vista sublime. Scorre sotto le finestre del sedicesimo piano del Peninsula hotel l’acqua rapida del fiume che incornicia Bangkok. Il respiro della marea lo rende navigabile ed è tutto un fervore di battelli, giunche, vaporetti che la notte si illuminano come cattedrali quando c’è la festa del Santo. Abbiamo di fronte la cupola dorata dell’Hilton e l’alveare luminescente dello Shangri La. Insomma, una festa d’acqua e di luci. E fino a poco fa, anche una festa per il palato, titillato dai piatti di Gianmaria Zanotti, ristorante italiano che ci ha riservato un salottino da otto e fatto gustare sapori che ci stavamo scordando. La tappa è stata breve ma nervosa, per via dell’attraversamento di Bangkok, dieci milioni di persone e altrettanti motori. Nel traffico immaginabile abbiamo compiuto un paio di errori; poi ci siamo ripresi ma, di fronte all’ultimo dubbio, ci siamo affidati al conducente di un truc truc: “Vai avanti tu, portaci al Peninsula, a pagamento s’intende” gli abbiamo detto a gesti. Quello ha fatto segno di sì, ha svoltato a sinistra e, dopo dieci metri, subito a destra proprio davanti all’hotel. Crediamo che siano stati 20 bath più facili che abbia guadagnato in giornata.