Dal Desert Cafe' al caravanserraglio

Kerman - Isfahan
03/10/1997

Ci siamo giustificati dicendo che sono stati i marshall a mandarci via dalla zona del controllo perche’ eravamo sistemati in un albergo diverso. E li’ poi abbiamo trovato la convocazione via fax dell’ambasciata (tutto vero): i familiari non ci sentivano da tre giorni, volevano che qualcuno ci rintracciasse. Avevamo un giorno e cinque ore di ritardo. Le cinque ore siamo riusciti a farcele togliere. Comunque, siamo tornati nella seconda parte della classifica, in mezzo agli sfigati. E dire che stavamo facendo gli stessi tempi – anzi migliori – di Dangerfield, Holden 3.000, quattordicesimo assoluto. La tappa e’ stata monotona, lunga sosta al Desert cafe’, il nostro gruppetto a far comunella: il siciliano, l’altoatesino, i romani e i marchigiani. Sembra di stare sotto le armi. L’hotel e’ fantastico, un vecchio caravanserraglio tutto marmi, giardini e ruscelletti. La citta’, poi, e’ semplicemente splendida. La Moschea azzurra l’abbiamo intravista di lontano, sfavillante e imperiale. Strade eccellenti, benzina ricca di ottani, sole bruciante, pistacchi, bazar.