Rientro senza problemi, Vagabunda trotta tranquilla e ci riporta a casa. Sosta, dopo 33 mila chilometri in meno di tre mesi, nell’officina Lancia di Ezio Feliciani, il preparatore, che l’ha accolta quasi con le lacrime agli occhi. Era sicuro che ce l’avremmo fatta, anche perché ci aveva affidato alla protezione della Madonna del Divino Amore, la cui immaginetta aveva nascosto sotto uno dei sedili. Con simili sponsor non poteva davvero che andare bene…Poi, trasferimento al Museo Taruffi per la gioia di scolaresche e curiosi. La storia potrebbe finire qui, il sito Web avviarsi alla chiusura. Invece, crediamo giusto spendere ancora qualche parola per gli affezionatissimi amici che ci hanno seguito. Per mettere Vagabunda sul treno Calais-Nizza siamo dovuti ricorrere a una specie di camuffamento: il servizio è gestito dagli inglesi (!) che hanno un elenco di marche e modelli, accettano solo quelli previsti. E alla voce Lancia il tipo di vettura più vecchio esistente è la Gamma. Complicatp spiegare, impossibile avviare una trattativa. Nel modulo allora abbiamo scritto Gamma anziché Flavia e tutto è andato liscio. A Recco, pranzo da “’o Vittoriu” per la tradizionale, grandiosa focaccia. Saluto agli amici genovesi, picchiata verso casa. Già stasera, sabato 22, ci stiamo guardando filmini e fotografie. Ecco: pensiamo giusto pubblicare su questo sito una selezione di immagini. C’era l’album, d’accordo; ma conteneva immagini precedenti la partenza. Certo, non saremo all’altezza di altri concorrenti (Busch, i Pinguini, gli svizzeri di Mavica) che aggiornavano tutte le sere i loro siti con foto digitali. Ma un corollario illustrativo ci vuole proprio: Vagabunda è molto vanitosa e fiera di essere l’unica automobile italiana che, con il suo motore e sulle sue ruote, ha compiuto il periplo del mondo in una gara di 80 giorni.