Il penultimo controllo orario era lungo la strada per Reims al "Pinocchio, bar e pizzeria". Stop, Marco e Rita scendono per andare a timbrare, Alessandro per accendersi - come faceva Janez nella "Tigre di Mompracem" - l'ennesima sigaretta. Poi grida: "Oh, c'é olio dappertutto, spegni il motore!". Attimi di panico, apriamo il cofano. Mi si é gelato il sangue, sembrava che fosse scoppiato tutto. Arriva Marco trafelato, "Ma é saltato il tappo dell'olio...". Controlliamo subito il livello, il responso può essere: 1) sciocchezza rimediabile; 2) motore fuso, addio Pechino-Parigi. É Alessandro che infila l'astina, ci guardiamo sgomenti. La ritira su, "Ohi, é quasi al massimo!", esclama. Ma che cosa é successo? Io ho fatto stamattina il mio dovere quotidiano dettato da Vangelo dei rallisti per caso ("Secondo comandamento: controllare sempre il livello dell'olio"). Ne ho aggiunto poco, forse un bicchiere, forse non serviva. Poi ho richiuso il tappo e - sempre forse, visti i risultati - non l'ho avvitato come si deve. Un sobbalzo di troppo, un momento di pressione eccessiva ("Secondo me, ti sei scordato di richiuderlo": indovinate chi l'ha sospettato...) ed é successo il patatrac che poteva costarci il rally. Ieri mi ero perso il tappo della benzina, oggi é toccata a quello dell'olio. Per fortuna che la gara finirà domani, se no chissà quale altro guaio letale avrei potuto combinare ("Tranquillo, sei ancora in tempo per mandare tutto in malora": indovinate chi lo pensa...).
Tappa lunga 560 chilometri di stradine comunali, deviazioni, 30 all'ora guardinghi nei paesini, controlli orari senza penalità ma che servono solo a certificare che sei passato. Paesaggi molto belli, gli altopiani del Giura, i vigneti della Borgogna, le chiese gotiche e romaniche. Fondo stradale perfetto (l'Anas francese é una delle poche cose che andrebbero importate in Italia. D'accordo Francesco: anche la Bardot), ma un po' di autostrada, dopo nove ore di guida ininterrotta, ci avrebbe fatto piacere. Come un secondo calice di champagne a cena, negato dal coppiere per disposizioni organizzative. Il patron Cajani ha deciso allora di brindare ai successi della Scuderia del Portello in questa Pechino-Parigi giunta a conclusione e ha ordinato una bottiglia tutta per noi quattro. Ce la siamo scolata in allegria, ringraziando chi ci ha inconsapevolmente salvato il rally: quella sosta benedetta al "Pinocchio, bar e pizzeria".