Pechino-Parigi del Centenario, 2007. Avevamo avventurosamente preso in considerazione la possibilità di parteciparvi con una Fiat 500. Poi, l'ipotesi venne a cadere (sul come e perché lo raccontiamo nell'apposita sezione). Mimmo Magro, all'epoca responsabile del Museo storico Alfa Romeo, ci venne incontro e grazie alla Scuderia del Portello ci mise a disposizione una Giulietta berlina. In virtù della tinta "acqua di fonte", per tutti gli amici si chiama adesso "Celestina". Alberto Spotti la preparò al bacio, in condizioni da poter correre pure in Mongolia. Andammo a provarla fino in Inghilterra, in occasione del briefing antegara, e per fortuna capimmo che le splendide Pirelli M/S da rally non erano adatte alle nostre esigenze (se bucavi, difficilissimo cambiarle). Decimi assoluti fino agli Urali, poi una dannata e stupida rottura, camion fino a Mosca, trentunesimi a Parigi. Avremmo fatto carte false per tenerla, ma il patron del Portello, Marco Cajani, giustamente se l'é tenuta nel suo fantasmagorico garage.